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Full text of "Zoraide : dramma serio per musica da rappresentarsi nell'I. R. Teatro alla Scala la primavera dell'anno 1823"

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https://archive.Qrg/details/zoraidedrammaser534beri 


ZOR  AIDE 


DRAMMA  SERIO 

PER  MUSICA 

DA  RAPPRESENTARSI 


NELL'  I.  R.  TEATRO  ALLA  SCALA 
la  primavera  dell'  anno  18 23. 


MILANO 

^  DALLE  STAMPE  DI  GIACOMO  PIROLA 
di  contro  al  detto  I.  R.  Teatro. 


'NB.  Ad  alcuni  pezzi  di  musica,  siccome  più.  volte 
in  diverse  occasioni  ripetuti ,  ne  sono  stati 
sostituiti  degli  altri.  I  versi  virgolati  si  omet- 
teranno nella  recita  per  maggiore  breyilà. 


MOSteUBRMW 

UilC-CHAPEL  HfLt 


ARGOMENTO. 


3 


Ircano  Principe  Asiatico^  dis^enuto  Signore  di 
una  parte  della  Nuhia  ^  aveva  per  figliuola  la 
iella  Zoraide,  Il  valoroso  jdgorante  Re  di  gran 
parte  di  quella  contrada  se  ne  invaghì,  f^ane 
furono  pertanto  le  inchieste  da  lui  fatte  ad  Ircano 
per  ottenere  la  mano  di  lei.  Per  tal  rifiuto  adi- 
rato udgorante  gli  mosse  guerra  ^  e  lo  cacciò  da^ 
suoi  Stati.  Zoraide  nella  sua  fuga  imbattè  in 
Ricciardo^  il  più  prode  de^  Paladini ^  e  vinta  da 
irresistibile  amore  ^  abbandonò  ht  casa  paterna 
per  seguirlo.  Ircano  addolorato  al  maggior  se- 
gno per  la  perdita  della  sua  diletta  figlia ,  non 
sapendo  ov^  ella  si  fosse ^  indossata  una  nera  ar- 
matura ^  e  preso  il  nome  del  Cavaliere  del  Pianto^ 
vagando  andò  in  cerca  di  lei.  Agorante y  sempre 
desideroso  di  possedere  V  adoratcL  Zoraide ^  e  ve- 
m/£o  in  cognizione  cK  ella  si  stava  con  Ricciar^ 
do ,  la  fece  a  lui  rapire ,  e  condurre  nella  sua 
reggia.  Zomira ,  moglie  di  Agorante ,  in  preda 
alla  più  fiera  gelosia ,  si  abbandona  agV  impeti 
della  vendetta,  mentre  Ricciardo j  caldo  di  amo 
re,  sotto  foggia  Affricana  y  e  come  scorta  del 
franco  Ambasciatore,  introduce  con  lui  nella 
reggia  di  Agorante ,  sperando  in  tal  guisa  di 
rivedere  il  suo  bene,  di  assicurarsi  maggiormente 
della  sua  fede,  e  di  calmare  il  suo  afflitto  cuore. 


4 

Lo  strattagemma  di  Ricciardo  per  illudere  il 
Re  f  abboccarsi  colV  oggetto  amato,  e  proporre  il 
mezzo  onde  salvarla^  V  incertezza  e  la  smania 
di  ^gorante  ;  i  palpiti  di  Zoraide  ;  le  furie  di 
Zomiray  V  arrivo  del  disperato  Ircano  nel  punto 
che  Zoraide  è  condannata  ad  essere  chiusa  in 
un  carcere,  ed  a  riporre  tutte  le  sue  speranze 
jìelle  armi  uti  valoroso  difensore  }  il  riconosci- 
mento di  Ricciardo  ;  il  suo  arresto  e  quello  di 
Zoraide,  per  opera  della  gelosa  Zomira  ;  la  con- 
danna di  morte  di  Zoraide ,  Ricciardo  ed  Irca- 
no;  V  acerbo  dolore  di  Zoraide  nel  momento  deU 
V  esecuzione  /  ed  il  sagrificio  in  fine  di  se  stessa 
e  del  suo  amore  in  favore  del  padre  ^  sono  i  prm- 
cipali  episodj  di  questo  Dramma ,  presi  in  parte 
dagli  amori  di  Ricciardetto  e  Despina  nel  Poe- 
ma del  Fortiguerra  y  e  dalV  arrivo  dello  Scricca 
nella  reggia  del  Re  di  Nubia  ;  tutto  il  resto 
è  invenzione  del  Poeta  per  dare  più  rapidità  ed 
interesse  alV  azione y  e  farne  con  più  naturalezza 
succedere  la  necessaria  catastrofe. 


PERS  ONAGGL 


5 


AGORANTE,  Re  di  Nubia  ,  amante  non  cor- 
risposto di 

Sig.  Luigi  Mari. 
ZORAIDE,  figlia  d' Ircano  ,  amante  di 

Signora  Teresa  JBelloc. 
RICCIARDO,  Paladino,  amante  di  Zoralde. 

Sig.  Luigi  Sirlelti. 
IRCANO  ,  potente  Signore   d'una  parte  della 
Nubia,  padre  di  Zoraide. 

Sig.  Carlo  Poggiali. 
ZOMIR.A,  sposa  di  Agorante. 

Signora  Fiorinola  lìlichelesL 
ERNESTO,  Ambasciatore  del  campo  Cristiano, 
amico  di  Ricciardo. 

Sig.  Lodovico  Sirlelti. 
FATIMA,  confidente  di  Zoraide. 

Signora  Elena  JBaduera. 

! Grandi  della  Corte  di  Agorante. 
Guerrieri  seguaci  del  suddetto. 
Damigelle. 
Soldati  di  Agorante, 
Soldati  di  Ricciardo. 


La  Scena  fingesi  in  Duncala  capitale  della  Nuhia. 

Lja  musica  è  del  Maestro 
sig.  Gioachino  Rossini  Pesarese. 


Le  Scene  sono  dì!  invenzione  e  esecuzione 
del  sig.  Alessandro  Sanquirico. 


6 

Sìipplimenti  alle  prime  parti  cantanti 
Sig  Giovanni  Carlo  Beretta.  -  Sìs,.  Pietro  Yasoli, 
Sii^nora  Carolina  Villa. 


Maestro  al  Cembalo 
Sig.  Vincenzo  Lavigna, 
Primo.  Violino  y  Capo  d'Orchestra 
Si^.  Alessandro  Rolla. 
ylltro  primo  Violino  in  sostitvzione  al  Sig.Kolìa 
Sig.  Giovanni  Cavinati. 

Primo  Violino  de^  Secondi 

Sig.  Pietro  Bertuzzi. 
Primo  Violino  per  i  Balli 
Sig.  Ferdinando  Pontelibero. 
jdltro  primo  Violino  in  sostituz.  al  Sig-,  Pontelibero 
Sig.  Francesco  De  Bayloii. 
Primo  Violoncello  al  Cembalo 
Sig.  Giuseppe  Storioni. 
u^ltro  primo  Violoncello 
Sig.  Vincenzo  Merighi. 
Primi  Clarinetti  a  perfetta  vicenda 
Sig.  Pietro  Tassistro.  —  Sig.  Felice  Corradi. 

Primi  Flauti 
Sig.  Giuseppe  Rabboni.       Sig.  Carlo  Alari. 

Primi  Oboe  a  perfetta  vicenda 
[Sig.  Carlo  Yvon.  —  Sig.  Giuseppe  Becalli. 
Primo  Corno  di  Caccia 
Sig.  Agostino  Beloli. 
Primo  Fagotto 
Sig.  Gaudenzio  Lavarla. 

Primo  Contrabbasso 
Sig.  (Giuseppe  Andreoli. 
Professore  d^^rpa 
Sig.  Giuseppe  Reichlin. 


Direttore  del  Coro 
Sig.  Carlo  Salvioni. 

m  —        m       imm  m 

Editore f  e  proprietario  della  Musica 
Sig.  Giovanni  Ricordi. 


Macchinisti 
Signori 

Francesco  e  G  eryaso ,  fratelli  Pavesi. 


Capi  Illuminatori 
,  Tommaso  Alba.  —  Sig.  Antonio  Moriizzi. 

Capi  Sarti 
Da  uomo  Da  donna 

Antonio  Piossetti.        Sig.  Antonio  Majoli 


Attrezzista 
Sig.  Ermenegildo  Bolla. 


Berrettonaro 
Sig.  Giosuè  Parravicino. 


,  Parrucchiere 
Sig.  Innocente  Bonacina. 


8  PERSONAGGI  BALLERINI. 

Inventore  e  Cumpositore  del  Ballo 
Sig.  Clerico  Fraìjcesco. 
Primi  Ballerini  serj 
Signora  Leon  Yirgini.i.  -  Sig.  Blasis  Carlo.  -  Signora  Pallerhii  Antoma. 
Altre  prime  Ballerine  a  vicenda,  allieve  emerite  dell'Accademia 
Signore 

Angelini  Giuseppa ,  Grassi  Adelaide ,  Olivieri  Teresa ,  Quaglia  Gaetana. 
Altri  primi  Ballerini 
Sig.  Toncino  Domenico.  -  Sig.  Ramacini  Antonio. 
Frimi  Ballerini  per  le  parti  serie 
Sig.  Molinari  Nicola.  -  Signora  Bocci  Maria.  -  Sig.  Bocci  Giuseppe. 
Sig.  Tiigan)bi  Pietro.  -  Sig.  Ciotti  Filippo» 
Primi  Ballerini  per  le  parti  giocose 
Sig.  Francolini  Giovanni.  -  Signora  \  iganò  CeleE^vC. 
Primi  Ballerini  di  mezzo  carattere 
Signori 

Rondoni  Pietro  ,  Massini  Federico ,  Fietta  Pietro  ,  Damore  Michele  , 
BedoLLÌ  Antonio,  Balanzoni  Gio. ,  Cliiaves  Angelo,  Borresi  Fioravanti. 
Altri  Ballerini  per  le  parti 
Signori 

Biau Ciardi  Carlo,  Pallerini  Girolamo,  Trahattonl  Giacomo^  Silej  Anton. 
Imperiale  Regia  Aocat>emta  di  Ballo* 

Maestri  di  perfezionamento 
Sig.  Leon  Arnoldo.  -  Signora  Leon  Virginia. 


Maestro  dì  ballo 
Sig.  Villeneuve  Carlo. 


Maestro  di  miinica  ed  aggiunto 
Signora  Monticini  Teresa. 
Allievi  salariati  della  suddetta  Accademia* 
Signore 

Ravina  Ester,  Viscardi  Giova.nna,  Alisio  Carolina,  Bianclii  Angela, 
LUÌ  Carolina,  Cesarani  Adelaide,  Casati  Carolina,  Cesarani  Rackeìe , 
Turpini  Giuseppa,  Novellau  Luigia,  Carboni  Teresa, 
Migliavacca  Vincenza    Besozzi  Angela^  Terzani  Francesca, 
Bencini  Giuditta  ,  PortaUipi  Giulia,  Terzani  Caterina ,  Bellici  Pom^jea, 
Òig.  Casati  Tomaso  ,  Sig.  Appiani  Antonio  ,  Sig.  Casati  Giovanni. 
Corpo  di  Ballo 


Signori  Nelva  Giuseppe, 
Beiloni  Micliele. 
Goldoni  Giovanni. 
Arosio  Gaspare. 
Pairavicini  Carlo. 
Prestiuari  Siefano. 
Zanoli  Gaetano. 
Rinioldi  Giuseppe. 
Maesani  Fiancesco. 
Citerio  Francesco. 
Tadiglieri  Francesco. 
Coiiti  Fermo. 
Cipriiini  Giuseppe. 
R ossei ;i  Marco. 
Gavotli  Giacomo. 
Cozzi  Giovanni. 


Signore  Ravarini  Teresa. 

Albuzio  Barbara. 
Trabattoni  Francesca, 
Bianciardi  Maddalena, 
Beiloni  Giuseppa. 
Fusi  Antonia. 
Rossetti  Agostina. 
Barbini  Casati  Antonia* 
Ponzoni  Maria. 
Bertoglio  Rosa, 
Massini  Caterina. 
Costamagna  Eufrosia. 
Mazza  Teresa, 
Bedotti  Teresa, 
pitti  Gaetana» 
Morganti  Teresa, 
Conti  Caterina. 


9 


ATTO  PRIMO. 


SCENA  PRIMA. 


Piazza ,  irrigata  dal  fiume  Nubia. 

Marcia  militare: 
sfilano  le  truppe  allo  spuntare  delV  aurora, 
^gorante. 


Iliede  Agorante  a  noi, 
Degli  Affricani  eroi 
Primiero  nel  valor. 
,  Tra  bellici  sudori 

Fiaccò  l'orgoglio  insano 
Del  temerario  Ircano , 
Col  braccio  punitor. 


^^o.Popoli  della  Nubia  ,  ecco  tra  voi 

Il  vostro  Duce  ,  il  Re  ;  vinsi ,  dispersi 
1  ribelli  seguaci 
Del  fuggitivo  Ircano  , 
Ei  che  ,  nato  nell'Asia  ,  in  questi  lidi 
Fondò  nascente  impero,  e  ardi  negarmi 
Di  sua  figlia  Zoraide  un  di  la  mano 
Che  pur  ritolsi  al  rapitor  Ricciardo , 
Per  cui  sdegnoso  contro  me  già  move 
D'Europa  a  stento  le  raccolte  schiere; 
Proveranno  ancor  queste  il  mio  potere. 
Minacci  pur  :  disprezzo 


Coro 


Quel  suo  furore  insano , 
Con  questa  invitta  mano 
Di  lui  trionferò. 


IO  ATTO 

Sul  trono  ,  a  suo  dispetto  , 
Tutti  i  trionfi  miei 
Coronerà  colei  , 
Che  il  core  m'involò. 

Coro  Si ,  con  quel  serto  istesso ,  , 

Che  offrirti  è  a  noi  concesso, 
Che  amor  per  te  formò. 

^go.         Or  di  regnar  per  voi 

Tutta  la  gioja  io  sento  , 

Si  grande  è  il  mio  contento 

Ch'esprimerlo  non  so.  {pattono) 

SCENA  li. 
Atrio  contiguo  agli  appartamenti  d'  Agorante. 
Zoraide  e  Damigelle. 

Coro       Cjià  spuntò  T  amica  aurora, 
E  Zoraide  piange  ancora  : 
Sol  d'ambasce  -  ella  si  pasce; 
Ah?  di  lei  che  mai  sarà? 

Zor.Zoraide  sventurata  1  in  qual  ti  trijsie 
Orribile  soggiorno 

Empia  spietata  mano!  in  questo  stato 
D'ogni  tuo  ben  divisa,  ah!  che  ti  resta 
Sperar,  dolente,  oppressa 
Da  mille  affanni;  in  odio  al  Cielo?  intanto 
Frappoco  io  verserò  l'estremo  pianto. 
Misera  !  invano  imploro 
De' mali  miei  ristoro, 
E  sordo  il  Ciel  non  sente 
Del  mio  dolor  pietà. 
Coro       Consolati  :  che  il  Cielo 
Alfm  si  placherà. 
Ah!  no,  non  disperar. 
Zot\  Sperar.,  i 

Coro  Lo  devi  ancora. 


PRIMO.  ti 
Zar.  Forse  . .  . 

Coro  La  calma  avrai. 

Zor.  Ah  ì  che  la  bramo  invano  j 

Calma  per  me  non  v'ha. 
Ai  vostri  grati  accenti 

Sento  un  ignoto  affetto  • 

Per  voi  la  speme  amica 

Par  che  mi  brilli  in  petto, 

E  sembra  dirmi:  il  core 

Felice  ancor  sarà. 
Cbro       Consolati,  che  il  Cielo 

Alfm  si  placherà. 

SCENA  Ut 

^gorante ,  Zomìra^  e  dette. 
[àlV  ordine  cV  A  garante  le  Damigelle  si  ritirano) 

uégo.  A,  voi  ritorno  alfine.  Eccomi  spoglio 
Del  mio  fasto  regal.  Appiè  d'  amore  , 
Appiè  deir  amistade  il  brando  invitto 
Lieto  depongo  ,  e  fia  diviso  il  core 
Fra  la  pura  amistade  e  un  dolce  amore. 

Zom.{0  momento  fatai!) 

Zor.  (  Ohimè ,  che  inf.-^si  !  . .  .  ) 

^^o.Zomìra,  un  di  m'accesi 
Di  te,  negar  noi  posso; 
Ma  (  non  ti  offenda  il  vero  ,  ) 
La  mia  fiamma  men  viva  in  mè  rideìta 
Altri  sensi  per  te. 

Èor.  (  Qual  cenno  !  ) 

Zom.  (Indegno!) 

^go. Ahi  non  turbarti.  In  Affricà  mi  è  dato 
Cangiar  d'affetti  a  mio  talento,  lo  sono 
L'arbitro  del  mio  core;  e  pur  dal  trono 
Non  chieggo  allontanarti.  Io  vo' soltanto 
Che  Talma  tua,  per  me  costaste  e  fid^^ 
Con  altra  la  mia  gloria  ancor  divida. 


12  ATTO 
Zo/n.  ffing'endo  di  non  comprenderlo) 

Per  chi  mai  nutrì  il  tuo  novello  foco?,., 
-^^o.Nol  comprendesti  ancora  ?  . .  . 
Zor.  (Ahi!  qual  giorno  d'orrori  giorno  tremendo  !) 
Zoni.Taci,  non  dir  di  più,  tutto  comprendo. 
Zor.        (  Cruda  sorte  1  )  ' 
u^go,  (Oh  amor  tiranno!) 

Zom.         (  Io  sprezzata  !  . . .) 
^go.  (Ahi  che  momento!) 

Zo77i.  (  Più  non  reggo.  ) 

a  3  (  In  tal  cimento 

L'alma  mia  fremendo  sta.) 
^go.      (  M'  amerà  ?  . . .) 

Zom,  Crudel  !  (ad  ^go!) 

Zor,  (Che  affanno!) 

^-^go.         Che  mai  dici  ? . .  .  {a  Zor.) 

Zom.  Indegna  !  (a  Zor,) 

Zor,  (a  Zom.)  E  ardisci  ?..  * 

(Giusto  cielo,  in  lor  punisci 
La  più  fiera  crudeltà. 
Zom.      (Giusto  cielo;  in  lui  punisci 

La  più  nera  infedeltà.  ) 
^go.      (  Ciel ,  perchè  cosi  punisci 

Chi  s'accese  a  tal  beltà?) 
Coro  di  dentro  Scendi  propizio 

Nume  de'  cuori. 
Fa  che  Zoraide  , 
Fra  puri  ardori , 
D'immenso  giubilo 
Esulti  ognor. 
y4go.      (  Quai  dolci  palpiti  !  . . .  ) 
Zor.  (  Quai  tristi  accenti  !  . .  .  ) 

Zom.  (  Vaneggio  e  smanio  .  . .  ) 

^go.         E  amor  non  senti?  (a  Zor.J 

Zor.  Che  dici .  .  .  (  Ahi  misera  !  . , ,  ) 

Zom.  Che  sento.  (Ahi  perfido!) 

^go.         (Barbaro  amor  1  ) 


PRIMO.  i3 
Dunque  ingrata  . . .    ,  (a  Zom,) 

Zar.  T'accheta...  ti  calma. 

\^go.         Sperar  posso  ?  .  .  . 

ZoTìu  (  Che  smania  crudele  !  ) 

jégo.         Per  te  vive,  respira  quest'alma,  (ajgor.) 

Zom.         (  O  che  rabbia  !  ) 

Zor.  (  Che  acerbo  martir  !  ) 

Zo77i.      Osi  iniquo  ?  .  . . 

^go,  or  insulti  disprezzo. 

Zor.  Per  Zomira-deh!  placa  quell'ira. 

Zom.         Taci,  trema;  non  voglio  a  tal  prezzo. 

ur^^o.Zor.(  Che  baldanza!  ) 

Zom.  Neppure  un  sospir, 

^go.      (Sarà  Talma  delusa,  schernita, 

Al  mio  bene  per  sempre  riunita  , 
O  Ricciardo  qui  deve  perir.) 

Zom*      (Sarà  Falma  delusa,  schernita, 
Air  infido  per  sempre  riunita, 
O  r indegno  qui  giuro  punir.) 

Zor.        (Sarà  Talma  dolente,  schernita, 
Al  mio  bene  per  sempre  riunita. 
O  a  lui  fida  qui  giuro  perir,  ^partonoj 

SCENA  lY. 

Veduta  in  qualche  distanza  di  una  parte  del  ca- 
stello che  difende  la  città  di  Duncala,con  fossi 
e  pianura  adjacente.  Un  ramo  del  fiume  Nubic> 
la  bagna.  Un  gruppo  d'alberi  che  nasconde  una 
parte  del  fiume.  Monti  in  distanza^ 

Soldati  sulle  mura,  -  Coro  di  esploratori. 

Esplorai,  utto  è  in  calma 

Picciol  legno 
Sol  diè  segno 
D'approdar. 


i4  ATTO 
[AUra  parte.  Stiamo  attenti  , 

Vigilanti , 

Se  alcun  tenti 

D'avanzar. 
Tutti  No ,     offese  , 

Non  temiamo; 

Son  le  mura 

Che  guardiamo 

Ben  difese  : 

Nè  bravura  , 

]Xè  r  inganno 

Ci  faranno 

V^yeniRY.C gli  esploratori  ^i  ritirano. 
Il  ponte  del  castello  innalza.) 

S  C  E  N  A  V. 


Su  piccolo  hafteìlo  approdano  Ricciardo 
sotto  mentite  spoglie  Affricane  , 
ed  Ernesto  ambasciatore  del  campo  cristiano. 

i?ic.  Eccoci  giunti  al  desiato  loco; 

Ecco,  Ernesto,  le  mura 

In  cui  rinchiuso  è  il  mio  tesor.  Nel  petto 

Come  mi  batte  il  cor! 
Ern.yy  Ah  !  non  tradirti; 

„  Pensa  ove  siam  . . .  Tu  sai  che  in  ogni  parte 

,,  Di  Ricciardo  si  chiede, 

„  T' inseguono  a  vicenda  , 

„  Il  desolato  Ircano, 

„  Agorante  inumano  .  . . 

„  Ogni  moto,  ogni  cenno 

„  Ah  !  svelarne  potria  .  .  , 
Ric.yy  Sconosciuto  qui  son  :  facil  non  sia, 

„  S'anche  alcun  mi  conosca,  in  queste  spoglie 

„  Di  potermi  scoprir. 


PRIMO.  ^  i5 

Ern.  „  Invan  lo  speri. 

„  Il  valor  ,  la  tua  gloria,  il  tuo  splendore 
Son  noti  al  mondo  intero  : 
Occultarti  non  puoi 
„  Tu  primo  onor  de' Paladini  eroi. 
Ric.    PJo;  celarmi  saprò. 
Ern.  Dunque  tu  sei 

Risoluto  a  seguire  i  passi  miei  ? 
/?ic.E  ne  dubiti  ancor? 
Erri.  Ah  !  lascia  almeno 

Che  ,  rispettato  ambasciator ,  qui  possa 
Richieder  del  tuo  ben,  aprirti  a  un  tempo 
Facile  strada  a' tuoi  disegni. 
Rie»  Amico, 
Arrestarrqi  non  posso  ;  ad  ogni  costo 
lo  ti  debbb  seguir. 
Ern,  Come  sottrarti 

Di  tanti  esploratori  al  vigil  sguardo , 
A  sì  nuovi  perigli  ? 
i?ic.  Non  vaglion  contro  amore  i  tuoi  consigli. 
S'ella  mi  è  ognor  fedele, 
Se  l'amistà  mi  è  guida, 
Quest'alma  non  diffida 
Di  possederla  ancor. 
Em.  All'amistà  ti  affida. 

T'affida  a  questo  cor. 
Ric.  Trionferemo  insieme 

Di  si  tiranna  sorte , 
Le  barbare  ritorte 
Saprà  spezzare  Amor. 
Ern,  Dividerò  tua  sorte  , 

O  vinto  ,  o  vincitor. 
Ric.  Qual  sarà  mai  la  gioja 

Allor  che  a  lei  d'accanto, 
Versando  un  dolce  pianto , 
D'amor  le  parlerò. 


i6  ATTO 

Se  nel  pens^^rlo  solo, 
Ogni  più  acerbo  duolo 
Già  nel  mio  sen  cessò*  (va  sul  bat- 
tello, prende  una  bandiera  bian- 
ca^ eia  consegna  ad  Ehiesto,  Egli 
Viììnalza^  è  veduto  dalla  sentinel- 
la; il  ponte  abbassandosi  ^  entra- 
no nella  città,) 

SCENA  VI. 

Atrio  come  prima. 


^gorante  con  seguito. 

^^o.di' entri  Tambasciator. 

Ern.  A  te  m'invia 

Di  nostre  schiere  il  duce. 
Egli  richiede  che  ragion  si  dia 
DegV  insulti  a  noi  fatti , 
A  noi  che  rispettiamo  e  leggi  e  patti. 

^go. (Oh  qual  baldanza!) 

Ern.Vn  stuol  de' tuoi  seguaci 
Di  notte  ardì  furtivo 
Avanzarsi  ver  noi,  e  prigionieri 
Fe'con  Zoraide  allor  pochi  guerrieri, 
Se  non  fu  cenno  tuo,  se  giusto  sei, 
lleiìdili  in  questo  punto  insiem  con  lei, 

^</^j>Nol  deggio.  A  h!dimmi,e  qual  ragion  ne  impone 
tfiyi  rispettar  chi,  da  ladrone  imbelle, 
wOsa  involarci  timide  donzelle  ? 

jRic.  M  (  Più  non  resisto  . . .  ) 

/'jn.  V  Ah  frenati...  (di  nascosto) 

^go;  >;La  fama 

>'D'un  eccesso  sì  reo  grida  per  tutto; 

w L'Affrica  ancor  ne  freme.  A  te  ne  appello,  (a 

Rie,) 


P  R  1  M  O.  ì7 

«Che  qui  nascesti  e  sei 

w Guida  al  franco  guerriero, 

wSe  ciò  ch'io  dico  è  vero. 
Ric.  w(  Oh  rabbia  1  )  E'  vero. 
JErn.wMa  tua  non  è  la  giovane  involata, 

wNè  suddita  a  te  nacque. 
^^o.wSuddita  diventò  quando  a  me  piacque. 

wl  guerrieri  a  te  rendo: 

wPoi  lascia  al  nostro  amore 

wDi  regolar  come  gli  aggrada  il  core. 
Ric.  rf  {lo  mi  sento  morir.) 
£rn.  w  Termine  ha  dunque 

wOgni  tregua  tra  noi. 
^go.  Tanto  potere 

Ha  una  donna  su  voi ,  che  per  lei  sola 

Espor  volete  i  vostri  mille  prodi , 

Con  incauto  consiglio, 

A  fiero  inevitabile  periglio? 
J5rn.De'  tuoi ,  tu  mille  ancor  . .  . 
Ric.  Sol  questo ... 

{con  eccesso  di  furore  toccando  il  brando) 
Ern. Ah  I  ferma  . . .  {di  nascosto) 

jRic.(E'ver,  già  mi  tradiva.) 
JBrn.Qual  risposta  mi  dai? 
-^^g*o.L' avrai  fra  breve 

In  presenza  di  lei,  de' miei  più  fidi. 
Ern.Se  pace  o  guerra  vuoi,  pronto  decidi. 

Cpartono) 

SCENA  YII. 

Sala  con  trono. 

Agorante  con  seguito:  va  a  sedere  sul  trono. 

Coro  Se  al  valore  compenso  promesso 
E'  il  possesso     di  giovin  beltà, 


iS  ATTO 

Fla  Zoralde  compenso  maggiore 
A  un  valore  —  che  eguale  non  ha* 
^goS  appelli  qui  Zoraide  ,  ove  fra  breve 
Il  franco  ambasciator  giunger  pur  deve. 

SCENA  YIIL 

Zoraide  p  Fatima  ^  e  detti. 

^^^o.Scaccia  ogni  tema  <lal  tuo  cor  :  rimira 
Innanzi  a  te  non  già  il  Sovran  ,  ma  solo 
Il  più  tenero  amante. 
wAgorante  non  sdegna  a'  piedi  tuoi 
«Prostrarsi  in  atto  umil  :  ei  che  non  seppe 
«Avvilirsi  giammai. 

«S' or  non  senti  pietà  ,  erudal  m'avrai. 

Zor.  Signore  ,  a  te  son  grata 

Di  tanto  amor  per  me;  ma  l'alma  mia 
E' oppressa  dal  dolor,  w Priva  d'un  padre, 
«In  preda  a  un  fier  destin,  come  il  mio  core 
«Può  indifferente  ragionar  d'amore? 

^^o.Più  pretesti  non  voglio. 

In  faccia  al  mondo  intero  in  questo  giorno 
Io  t'offro  la  mia  mano,  il  soglio  e  quanto 
Di  piii  grato  a  te  ha. 

Zor^  Lasciami  al  pianto. 

SCENA  IX. 
Ricciardo ,  Ernesto ,  e  dettL 
JRic.(vjhe  veggo  mai?) 

j4go.  E  ancor  non  senti  in  seno 

D'  amor  per  me  quilch^  scintilla  almeno? 
.     Cessi  omai  quel  tuo  rigore, 
)       Deh  consola  un'  alma  amante  : 
i       Fa  ch'esprima  il  tuo  sembiante 
f       Qualche  palpito  d'amor. 


PRIMO.  19 
Ern.  \    Senti,  oh  Ciel!  come  il  mio  core 
Sta  nel  seno  palpitante  , 
Chi  mai  puote  a  quel  sembiante 
Non  accendersi  d'amor? 
Ric.       Frena  ,  oh  Ciel  !  nel  tuo  dolore 
Or  che  siamo  a  lui  d' innante  : 
Quel  ardir  che  nel  sembiante 
Suole  imprimere  T  amor. 
Zor.        Tu  che  vedi  il  mio  dolore  , 

Giusto  Cielo ,  in  questo  istante  : 
Fa  che  almen  nel  mio  sembiante 
Resti  tacito  V  amor. 
Ern.       Risolvesti?  {s  avanza  ver50  ^jgo.) 

^go.  Ho  risoluto. 

Ern.  Tu  Zoraide  alfin  mi  cedi  ? 

j4gQ.         Noi  sperar:  è  mia  lo  vedi, 

E  a  pugnar  già  volerò. 
Zor.  Che  sento  ! 

Bic.  Ahi  barbaro  1 

Ern.  Qual  fiero  insulto  I 

j^go.  Saprò  distruggerli. 

Ric.  Al  fier  tumulto 

Zor.  k  D'affetti  ,  ahi  miser^ 

Ric.  ^  Regger  non  so. 

Coro  Come  in  un  subito 

Il  di  cangiò. 
Em.  Parto  ,  ed  annunzio 

Che  vuoi  tu  guerra... 
^go^  Di ,  che  invincibile  , 

Per  mar,  per  terra, 

Sempre  Zoraide 

Difenderò. 


ATTO  PRIMO. 


SCENA  X. 
Zomira  e  detti, 

Zom.         TT  arresta,  o  perfido,       (ad  jégo) 

Noi  soffrirò. 
As&>         All'  armi . . .  abbattervi 

Tutti  saprò. 
Tutti         Oppressa  ,  smarrita  , 

Delira  quest'alma, 

Più  tregua ,  più  calma 

Trovare  non  sa.  {marcia  in  distanza 
che  chiama  le  truppe  in  raccolta) 

Zoraide  f  Ricciardo  ed  Ernesto. 

Qual  suono  terribile 

Foriero  di  lagrime  ! 
.   In  me  già  s'accrescono 

Gli  affanni ,  le  smanie  , 

E  il  Cielo  implacabile 
^         Non  sente  pietà. 

^goranle  e  Zomira. 

In  me  già  s  accrescono 
Le  furie  ,  le  smanie , 
E  amore  implacabile 
Non  sente  pietà. 


Firn  delVAtto  primo. 


31 


ATTO  SECONDO. 


SCENA  PRIMA. 
Atrio,  come  neirAtto  primo, 
Ricciardo ,  e  ^gorante  con  seguito. 

tiic.  Sicuro  e  franco  io  m' offro  a  te.  Ci  unisca 
Di  vendetta  egual  brama.  A  te  Ricciardo 
Tolse  il  tuo  bene  ,  e  a  me  la  sposa  amata 
Ahi!  fu  da  quel  crudel  anco  involata 

l/^^o. Perfido  !  . . .  E  come  mai  con  tanto  ardore 
(Se  ad  altra  diede  il  cor)  Zoraide  or  chiede? 

Hic.  Cerca  punirla ,  percliè  tua  la  crede. 

^^o.Oh  rabbia!...  A  che  arrestarci?,.. 

Rie,  Ferma  :  le  sue  minacce 

Or  dobbiamo  sprezzar,  esse  fian  vane 
Quando  uniti  sarem.  Pochi ,  ma  scelti , 
Ho  guerrieri  a  me  fidi  ; 
Veglian  costoro  accorti  ^ 
Suir  inimico  campo.  All'oste  infida 
Non  dier  finora  alcun  sospetto  :  in  seno 
L'ira  frenai  per  vendicarmi  appieno. 

^^o.Opportuno  giungesti...  Amico,  oh  quanto 
A  te  grato  son  io  !..  .  ma  ancor  più  grato 
lo  ti  sarò,  se  per  tuo  mezzo  ottengo 
Questa,  dolce  al  cor  mio,  prima  vendetta* 

Rie,  Tutto  farò  per  te. 

^^o.Svela  a  Zoraide 

Di  Ricciardo  gl'iniqui 

Occulti  tradimenti.  Ah  !  tu  soltanto 

Puoi  cangiare  il  suo  cor  ...  tu  sol. 


22  ATTO 
Ric.  Compresi  : 

Ma  difficil  mi  sembra  ...  è  donna...  è  amante. 
^go.ll  tentarlo  non  nuoce.  A  te  mi  affido  , 

Vsnne  per  ora,  e  attendi 

Nella  vicina  stanza  i  cenni  miei.  (Rie,  parte) 

SCENA  II. 
uégorante. 

ti  voi  partite.  ( a  suoi)  Eccomi  solo...  oh  Dei  I .. 
Che  mai  vuol  dir  quel  tremito  improvviso  , 
Che  mi  scuote  le  vene?...  Ah  !  son  tradito... 
Ah!  son  misero  ancor...  ne  sento  in  seno 
11  presagio  funesto... 

Ohimè!  dove  son  io?...  sognai ...  son  desto?... 

Fallace  fu  il  contento, 
Certa  la  mia  sciagura , 
Im.merso  oh  Dio  1  mi  sento 
Nel  primo  affanno  il  cor. 

Saziati,  sorte  ingrata, 
Apriti  terra  ,  e  invola 
Quest'alma  desolata 
A  tanto  suo  dolor.  (parte) 

SCENA  III. 

Ricciardo  introdotto  da  un  Seguace  di  ^gorante. 

Oh  ciel  I...  Che  mai  farò? Diviso,  ondeggio 
Tra  speranza  e  timor  . . .  Sempre  diffida 
Un'alma  innamorata: 
Rivederla  dovea...  Si,  quest'indugio 
Necessario  è  per  me...  L'incerto  core 
Io  rassicuro ,  e  i  miei  guerrieri  intanto 
Raggiungermi  potranno; 


SECONDO.  oZ 
A  lor  sarò  di  alta , 
O  la  vita  darò  per  lei  che  adoro  ... 
Ma  ella  vien  . . .  Ah  !  di  piacer  già  moro  ! 

SCENA  IV. 

Zoraide  ,  e  detto. 

Zor.  Ciel ,  che  veggo  !  Qual  insidia  si  trama  ! 

(ricoprendosi  col  veio) 
jRic.  Zoraide.  { avvicinando  si J 
Zar.  E  ardisci . . .  ingannata  son'  io. 

Fuggasi. 
Ric.  Ah  ferma  . . .  ascolta  .  . . 
Zor.  Noi  posso. 

T'allontana  da  me... 
Ric.  Così  m'  accogli . .  . 

L' amor  mio  ,  la  mia  fe  più  non  rammenti  ? 
Zor.Qual  voce! ...  quali  accenti!  (riguardandolo) 

Sei  tu!  ...  posso  sperarlo  o  pur  vaneggio?.,. 

{alzandosi  il  velo) 

Ric.  Non  vaneggi ,  son'  io. 

Zor. Come  tu  qui!...  Chi  vi  ti  trasse  !  Oh  cielo! 

Qual  piacer  !  Qual  contento  ! 

Dimmi  5  spiegami  alfm  qual  fu  l'inganno, 

Qual  scampo  avreni. 
Ric.  A  me  t'affida.  Ah  !  sappi 

Ch'Ernesto..:  i  miei  seguaci 

Da  qui  lunge  non  son,  ch'io  finsi... 
Zor.  Ah  !  taci . . . 

Può  sorprenderci  alcun  :  tutto  è  sospetto 

In  questa  reggia.  E  sarà  ver  ch'io  possa 

Chiamarti  mio  senza  timor? 
Ric.  Si ,  cara  , 

Presto  il  potrai ,  non  dubitarne. 
Zor.  Oh  cerne 

Per  te  risorge  il  mìo  vigor  primiero  ! 


24  ATTO 
jRic.  E*  giusto  il  ciel. 

Zor.  Ci  assisterà ,  lo  spero, 

a  2  Nume  benefico 

Che  fosti,  e  sei 

Piacer  degli  uomini,  ' 

E  degli  Dei  , 
Di  due  cor  teneri 

A  te  devoti 

Ascolta  i  voti , 

Pietoso  Amor.       (sopr aggiunga 
\  ^garante,) 
SGENA  V. 

^goranie  y  e  detti. 

^^o.tibben  che  pensa!...  (a  Rice,  piano) 

jRic.  Sembra  fede  prestare  ai  detti  miei. 
Mostrati  indifferente. 
Disprezzala  se  puoi . . . 

^^o.Tutto  comprendo, 

„  Zoraide  ,  ah  sai  che  ,  per  Ircan  tremendo 

„  Grande  è  lo  sdegno  mio ,  ma  fu  più  grande 

„  La  mia  pietà  per  te  ,  se  ti  lasciai 

„  Libera  i  sensi  tui        {agitazione  di  Zar,) 

„  Svela  tutti  a  costui 

„  Del  padre  tuo  l'amico. 

Zor.„(  Oh  ciel!  respiro.) 

^go.^y  E  or  bramo  ancor,  per  tuo  maggior  rossore, 
^     „  Che  a  me  sveli  il  tuo  cor ,  senza  timore. 

„  Ma  che  !  .  . .  tu  taci?...  Ah  forse 

,^  Innanzi  a  uno  straniero 

„  Non  osi  proferir. 
Zor.j,  Ah  no  t'inganni: 

i,,  Mi  fan  dubbiosa  e  mesta  i  lunghi  affanni, 
^^o. M'illudesti  abbastanza. 

11^  tuo  silenzio  istesso 


SECONDO. 


Sì ,  tutto  a  me  svelò.  Più  non  ti  curo  , 

Le  tue  colpe  non  vo*  più  rinfacciarti  , 

In  odio  alfin  mi  sei.  Prendila,  e  parti. 

Conducila  al  suo  ben  ,  che  a  te  rapio 

La  tua  sposa  infedel. 
ZoreCielo  !  che  ascolto  ! . . . 

Ingannarmi  potesti . . .  (sotto  voce  a  Ric.) 
Hic.  Ah  taci ,  io  finsi.  (come  sopra  a  Zor.) 

^^o.Ebben,  che  mai  risolvi? 
Zor.  Fio  risoluto  , 

Del  mio  padre  l'amore  al  suol  natio 

M'appella  :  altro  non  bramo,  io  parto,  addio. 
^^o.(Ogni  speme  perdei... 

E  ridarla  deggio  al  mio  nemico... 

Tanta  virtù  non  ho...)  Crudeli ...  T'arresta... 

Nel  carcere  il  più  orrendo  . . . 


!  gl'impeti  raffrena 
Pentirsi  ella  potrà. 
^^o.No ,  non  lo  spero.  ^ 
„  Ma  vo'  che  il  mondo  intero 
»  ^^egga  quanto  1'  amai , 
„  Quanto  ingiusta  ella  fu,  che  trucidarla 
„  Dovrei ,  e  pure  alla  ragion  dell'  armi 
„  Affidar  l'onor  mio,  la  gloria  io  voglio  , 
„  Gli  usi  obbliandoj^^i  miei  diritti  e  il  soglio. 
Chi  difenderla  vuol,^ven§a,  l'attendo; 
Per  lei  pugnar  qui  deve, 
/re.  lo  la  difendo.  (facendosi  ù^anti) 

.i^^o.Chi  sei  !..  .  Che  mai  pretendi  ? 


SCENA  YL 


Ircano  tutto  svestito  di  bruna  maglia  ^ 
con  visiera  abbasso  , 
introdotto  dai  Grandi,  e  detti. 


i26  ATTO 
Qaal  baldanza  è  mal  questa  ? 
Nella  mia  reggia  istessa 
Volgere  il  piè  sotto  mentite  spoglie  ? 
Qual  cagione  ti  spinse  a  tal  cimento  ? 
Ire.  Son  di  scudo  agli  oppressi ,  e  non  pavento* 
Contro  cento  ,  e  cento  prodi 
La  pietà  mi  rende  invitto, 
E  se  cado  al  suol  trafitto  , 
Mi  è  di  i^loria  la  pietà. 
-^§0'      (Quanti  dubbi  e  qiiai  sospetti^  . 

Mentre  smanio  e  mi  dispero, 
Quell'incognito  guerriero 
Ora  in  me  destando  vai) 
Zdr.ei?ic.( Quanti  dubbi  e  quai  sospetti. 

Mentre  P^^^J^  e  teriio  e  spero  : 
incerto  * 

Queir  incognito  guerriero 

Ora  in  me  destando  va!  ) 
Trv.        Venga  in  campo  alla  tenzone 

Chi  difenderti  dovrà. 
^g<3.         Mira  iti  questo  il  mio  campione,  (mo^ 

Che  difendermi  sa^rà.     strando  Ric.) 
Zar.        (  Quale  inatteso  fulmine 
liic.  E'  questo  oh  Dio  per  me  l 

In  tal  cimento  orribile 

No,  scampo  alcun  non  v'è.) 
^go.      (I  torti  miei,  qual  fulmine 

Vendifcherà  per  me. 

Sarò  con  lei  terribile  , 

S'ella  più  mia  non  è.) 
Jrci        (Più  ratte  ancor  del  fulmine 

Son  le  sciagure  in  me. 

Pfo  ,  sorte  più  terribile 

Di  questa  mia  non  v*è. 
Ago.      Nel  più  profondo  carcere 

Traggasi. 


SECONDO. 

Mie.  Zoì\  Ire.  Ahimè  che  sento  1 

Èie.   i       Son  sposo. ...         1  • 

1       c       ^1        in  qual  cimento 
e     <       oon  padre...  ^ 

Ire.    i    ^  Trovasi  questo  cor! 

Ire,        E  mia  :  crudel  !  rapirmela     {tori  forza) 

Invano  tu  potrai. 
Ago.         E' sua.,,  che  sento  io  mai!... 

,  S'accresce  il  mio  furor. 
Rie,        E  sua  ?  che  sento  io  mai!  . 

Sdegno  m'accende  il  cor. 
Zor.        Sua?...  Ciel  ,  che  sento  io  mai! 

in  qual  tumulto  ho  il  cor  1 
^^o.Zor.Parli. 
Ire,  T'arresta. 
Zor.  Ahi  misera  ! 

Bic.  Q  u  ai.  palpi  ti  ! 

./rc.eZor.  Crudel!  . 

Coro  Non  vagllono  querele, 

Non  vale  il  lagrimar. 
Zor.  (    Di  mie  sciagure  il  termine 
Ire.    7       Io  veggo  omai  vicino;  - 

e     i       O  cangia  il  mìo  destino, 
Ric.  C        O  qui  ^degg'io  spirar. 
Ago.      Saprò  del  mio  destino  , 

Dell'empia  trionfar,    {parìonìi    il  Co^^ 
ro  e  trattenuto  da  Zom.) 

SCENA  m 

Zomira  e  Coro. 

Zom^^n  stranier  nella  Pieggia?  a  rae  ridite 

Perchè  venne  ,  chi  sia  ,  non  mi  traditi; 
Corù  Incognito  ,  audace 

Sembrava  che  pac^ 

Tenisse  à  recar  ; 


28  ATTO 

Ma  tutti  ne  illuse  , 
Ei  vuol  dalle  accuse 
Zoraide  scusar. 
Zom.(  Confusa  è  Talma  mia.) 

Ma  di  Zoraide  il  difensor  chi  fia  ? 
Coro  Del  Franco  tra  breve 

La  guida  qui  deve 
Il  Re  vendicar. 
E  in  carcere  orrendo 
Zoraide  gemendo 
E'  tratta  a  penar.  (partono) 
Zom.Che  intesi  !  ha  !  ciò  mi  basta 
Ei  nelle  mie  catene 

Cadrà  ...  no  ,  non  s' indugi ,  oprar  conviene. 

(parte) 

SCENA  YIII. 
Profondo  carcere. 
Zoraide. 

Chi  mai  sarà  quello  stranier  ?  Qual  fiera 
Incertezza  crudel  I  sul  mio  destino  , 
Sul  destin  di  Ricciardo , 
Son  costretta  a  tremar  :  nè  di  speranza 
Un  lampo  solo»  in  tanto  orror  m'  avanza. 

SCENA  IX. 

Zomira  con  alcuni  fidi ,  e  detta* 

Zor.Zomiral  oh  Ciel...  forse  tu  qui  ne  vieni 

A  raddoppiar  gì*  insulti , 

A  goder  del  mio  duolo,  o  pur,  spietata, 

Nel  mio  sangue  a  bagnarti! 
Zom.Con  mio  rischio,  o  crudel,  vengo  a  salvarti. 


SECONDO-  29 
2ror. wNo  ,  che  la  mia  salvezza 

«Non  la  chieggo  da  te. 
Zom.Dunque  tu  vuoi 

I       «Veder  Ricciardo  a  piedi  tuoi  trafitto  I 
Zor.  «  Ricciardo  !  che  mai  dici? 

*;Io  mi  sento  morir  ! 
Zom.j;  Dopo  il  conflitto 

f>  Ei  vincitor  .... 
iZor.w Chi  mai?...  (con  trasporto) 

Zom.;;  Ricciardo. 
Zar.  wOh  gioja  l 

>^Come  egli  qui  ? 
Zom.wNo,  il  fingere  non  giova: 

w Arrestato  già  fu  mentre  era  intento 

>;Ad  eseguir  forse  novelle  imprese. 
Zor.j; Che  sento?  ahimè!  che*  affanno  I 

)*Se  perderlo  degg' io ,  meglio  è  eh*  io  mora. 
Zom.»;E'  in  mio  poter:  posso  salvarlo  ancora. 

«Non  indugiar,  fuggi  da  questo  loco  , 
Ricongiungiti  a  lui.  Altro  io  non  bramo 

ifChe  vederti  lontana. 

«Ogni  altra  cura,  il  sai,  è  per  me  vana. 
Zor.  Lo  so  ...  ma  come  !  e  per  qual  strada  ?  oh  Dio  ! 

Son  fuor  di  me . 
Zom, Per  quella  appunto  ov'io 

M'  introdussi  poc*  anzi. 

Libero  è  il  varco:  ogni  custode  a  tempo 

Fu  sedotto  da  me.  Ti  sarà  guida 

11  più  fido  de'  miei.  Ya  ,  il  tempo  vola  , 

Parti. 

Zor. O  ciel  Tira  tua  volgi  in  me  sola,  (nelpart.) 
Zom.w Vendicata  son  io...  tua  non  appieno; 
;^Ambi  perir  dovranno. 


ATTO 


SCENA  X. 


udgorante  e  detki. 


uégo.»  vjome  !  tu  qul?..per  qualcagion  ?..  Ma  àoy^ 

wDov'  è  Zoraide  ? 
Zom.wE  ancora 

w  Ardisci  in  mia  presenza 

«Di  pronunziar  queir  aborrito  nome  ? 

wElla  fuggi ,  t*  illuse  : 

wMe  illudere  non  seppe.  A  tempo  accorsi, 

wCol  tuo  rivale  istesso 

w Arrestata  sarà  per  cenno  mio. 
^gO  ffl^  crederlo  poss' io  ?  Come!  in  qual  loco 

"Ascondersi  ei  potè! 
Zom."No,  non  s'ascose; 

«Amico  a  te  si  finse  , 

»Per  te  pugnò,  ma  a  suo  dispetto  ei  vinse, 
^^o.w Quale  enigma  è  mai  questo  ! 

wll  vincitor  d' Ircano  . , . 
Zom.ìfD'  Ircan  ...  del  di  lei  padre.  Oh!  quai  vicend 

wS' affollano  in  un  punto. 
^gojf  Di  mia  piena  vendetta  il  tempo  è  giunto,  (par. 


Zom.Lj  inganno  è  ornai  compito  ; 
Sono  alfm  vendicata 
Più.  non  ti  curo  ingiusta  sorte  ingrata. 


Zom.Andiam,  contenta  io  sono. 

Mi  fian  sgabello  i  miei  nemici  al  trono. 

(par  toni 


SCENA  XL 


Zomira  e  Coro. 


Coro 


Fra  lacci  già  sono 
I  perfidi  amanti, 
Pur  lieti  costanti 
Si  giurano  fe. 


SECONDO.  3i 

SCENA  XII. 

Piazza,  come  nelFAtto  primo. 

Ricciardo  e  Zoraide  tra  soldati, 
avanzano  lentamente. 
Coro  di  uomini  e  donne. 


0. 


_^ual  giorno,  ahimè!  d' orror  ! 
Pur  lieto  in  Ciel  spuntò. 
Quanto  s'inganna  un  cor 
Che  spera  d'eternar 
Il  rapido  piacer. 
Vittima  dell'amor. 
Ahi  !  giovane  beltà 
Al  suolo  or  or  cadrà. 
Nè  il  pubblico  dolor 
Ha  forza  d'  arrestar 
Del  fato  il  rio  poter. 
Zor.  Ah  Pùcciardo  !  (abbracciandolo) 
Ric.   ;  Ah  Zoraide  ! 

a  2  In  morte  solo 

Ci  riunisce  il  cielo ...  e  ben ,  si  mora. 
E  fian  di  gioja  almeno 
Le  lagrime  ,  i  sospir ,  le  voci  estreme 
Confondere  in  morir  uniti  insieme. 

SCENA  XIIL 

Continua  la  funebre  marcia  ed  il  Coro. 
Ircano  tra  soldati  col  braccio  destro  fasciata. 

Zor.Che  veggo  ...  Il  padre  mio  !  .  . .    (si  getta 
Ire.  Da  me  scostati ,  ingrata  :         ai  suoi  piedi) 
No  ,  figlia  mia  non  sei. 


32  ^  ATTO 

Zor. E*  ver,  mancai.  Confesso  i  torti  miei. 
^;Ma  se  ora  il  pianto  mio,  il  mio  dolore 
wNon  6on  bastanti  ad  ottener  perdono, 

Ancor  tua  figlia  io  sono, 
«Chiamami  con  tal  nome,  e  il  giusto  sdegno 
»;Poi  non  trovi  in  punirmi  alcun  ritegno. 

Ire.  >>Ahi!  qual  cordoglio  è  il  mio  S . .  . 

i?tc."Quai  rimproveri  atroci! 

Zor."  Oh  ciel! 

Ire,  '>Deh  mira  !  (a  Ric^ 

})K  qual  punto  ti  spinse  un  cieco  affetto. 

fi  Ah  I  tu  sei  la  cagion  del  mio  tormento  ... 

«Ma  se  moro  con  te,  moro  contento. 
Zor,>; Che  dici?,..  Ah!  perchè  esporti 

«A  tanti  rischi  tra  nemiche  squadre?,.. 
Ire,  »Come  spegner  si  può  l'amor  di  padre? 

«Per  te  qui  venni,  io  per  te  sol  pugnai: 

«Quel  traditor  mi  vinse, 
Zorjf  Ah  che  facesti  ! 

•'Come  amarti  potei.,.  (a  Rie) 

jR/c.);Incolpane  il  tuo  cor. 
Zor.« Qual  duolo  è  questo! 
Ire.  «Perfidi!  11  pianto  mio  vi  dica  il  resto. 


SCENA  XIV. 

^garante  p  e  detti. 

yigo^^j  ancor  non  eseguite  i  cenni  miei  ? 
Peran  tosto  gl'indegni, 
Abbian  fine  con  essi  i  rei  disegni. 
Zor.       Salvami  il  padre  almeno , 
Poi  vibra  a  questo  seno 
Quella  tua  spada  ultrice. 
Morrò  ,  morrò  felice  , 
Intrepida  morrò. 


SECONDO.  35 
0.      Prima  il  rivai  si  sveni , 

Poi  se  al  mio  sen  non  vieni 
Il  padre  immolerò. 
Zor.        (  Che  intesi  I  qual  voce. 

Sul  core  piombò  I  ) 
Ire.         (QuaTira  feroce.) 
/4go.  (  Oh  elei  che  farò  !  ) 

E  non  ubbidite?  {i  guerrieri  avanzano 
Zor.  Arrestati.  Ah  1  senti.       per  trucidare 

Ire.  Ric.     (  Qiiai  fieri  tormenti!)     Ire.  e  Ric.) 
Coro  (Salvarli  chi  può!) 

Zor.        Per  poco  ti  calma  .  . . 

(Ahimè!  che  quest'alma 
Smarrita,  tremante 
Tra  il  padre,  e  l'amante. 
Soccorso  non  trova 
Non  trova  pietà.) 

SCENA  XV- 

Zomira,  e  detti. 

Zom.  Oorpresì ,  traditi 

Noi  siamo .  . .  Per  tutto 
Non  regna  che  lutto  , 
Che  duolo  ,  che  orror. 

^or.7r,/?i.(Qual  gioja!) 

égo.  Che  dici  ?. . .   {Ern.  sbarca 

co^  suoi  f  ed  i  seguaci  d'u4go.  fug^ 
gono  inseguiti  da  quei  di  Rice: 
questo  libera  Ire.  ^  ed  impedisce 
ad  Ern.  d^ uccidere  jdgo.) 
Mori  perfido  ! 
Rie,  T'arresta. 

Vendicarmi,  ah!  si  dovrei...  . 
Ma  or  che  vinto ,  e  oppresso  sei 
Non  sarebbe  che  viltà,  {gli  restituisce 

la  spada) 


54  ATTO  SECONDO. 

Zom.^^.(Duol,  rimorso,  orror  ,  stupore 

Mi  condannano  a  tacere.) 
Ric. Zar.     Riedi  al  padre,  e  non  temere, 

Egli  al  sen  ti  stringerà. 
Ira        Vi  perdono.  A  tal  virtude 

Egli  merta  la  tua  mano. 
^go.         Ah  m'avveggo,  eh' è  pur  Yano 

Contro  amor  ogni  poter. 
Zoiti.       Sconsigliata  !  Ahi  fu  pur  vano 

Il  mio  sdegno  ,  il  mio  poter. 
JRicZor.  Or  più  dolci  intorno  al  core 

Stringe  amor  le  sue  catene , 

Più  soave  dalle  pene 

Or  fa  sorgere  il  piacer. 
^go.      Palpitando  oppresso  il  core 

Non  ha  forza,  non  ha  speme, 

Dair  eccesso  delle  pene 

Resta  attonito  il  piacer. 
Zom.       Si  raddoppian  le  mie  pene 

Nel  colpevole  pensier. 
Ire.        Più  soave  dalle  pene 

Veggo  or  sorgere  il  piacer^ 

Tutti. 

Deir  amore  ali*  alma  face 
L'amlstade  a  noi  la  paoe 
Riconduce  ,  ed  il  piacer. 


FiiiQ.